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Sonno e Burnout: Gestire i Disturbi del Sonno legati allo Stress Lavorativo

Sonno e Burnout: Gestire i Disturbi del Sonno legati allo Stress Lavorativo

Il burnout lavorativo può severamente compromettere la qualità del sonno, lasciando uomini e donne tra i 30 e i 50 anni esauriti e privi di energie. Scopriamo come interconnessi sono il sonno interrotto e lo stress cronico e quali strategie possiamo adottare per mitigare questi effetti.

Capire il Burnout: Definizione e Impatto

Quando l’organismo è esposto in modo ingestibile a situazioni di forte stress che perdura per molto tempo, si instaura la sindrome del burnout, ovvero uno stato di estremo affaticamento ed esaurimento che ha un impatto su tre dimensioni: esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta efficacia professionale.

Il burnout è causato da questo logorio continuo e incontrollato che coinvolge quindi ambiti di vita non solo professionali, ma anche personali, relazionali e ambientali, e che priva gradualmente l’organismo di energie fisiche, mentali ed emotive.

Fattori Scatenanti e Sintomi del Burnout

Dormire bene e per un numero sufficiente di ore è fondamentale per il benessere fisico e mentale. Tuttavia, diversi fattori, quali ad esempio cattive abitudini, eventi stressanti, preoccupazioni, difficoltà a gestire le emozioni, possono influenzare la qualità e quantità del sonno, comprometterne il ritmo e portare allo sviluppo di disturbi che comprendono riduzione delle ore di riposo, insonnia, oppure ipersonnia.

Spesso si ricorre a farmaci per addormentarsi la sera e a caffeina per tenersi svegli durante il giorno senza risolvere il problema, bensì contribuendo a mantenerlo.

La risposta dell’organismo allo stress

Come per molti fenomeni che avvengono nel nostro corpo, la risposta fisiologica di adattamento allo stress innesca inoltre una complessa reazione da parte del sistema nervoso ed endocrino, con il rilascio di molecole e di ormoni che supportano l’aumentata attività di cuore, muscoli, polmoni.

Ci sono due reazioni allo stress, a seconda del comportamento dell’individuo colpito: una reazione attiva, generalmente acuta e di breve durata, costituita da comportamenti proattivi di “attacco o fuga”, ed una reazione passiva, tipica di uno stato di stress di maggiore durata, costituita da immobilità e resistenza.

L’aumento di sostanze come l’adrenalina è caratteristico di una reazione attiva, mentre durante una reazione passiva, che si instaura invece in condizioni di stress cronico in cui l’organismo cerca di resistere allo stress di lunga durata, si osserva un aumento dei livelli di corticosteroidi come il cortisolo, di cui è ben noto il ruolo nel ciclo sonno-veglia.

L’azione del cortisolo

Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, e svolge la sua azione agendo su recettori che si trovano per la maggior parte nell’ippocampo, una struttura chiave per la memoria, l’apprendimento e gli aspetti cognitivi delle emozioni, situata nel lobo temporale dell’encefalo.

Nella risposta fisiologica allo stress, il cortisolo agisce aumentando la gittata cardiaca, richiamando glicemia e grassi nel sangue, mettendo a disposizione l’energia di cui il corpo ha bisogno per contrastare la tensione, e rallentando e sospendendo le funzioni che potrebbero assorbire energie e disturbare questo stato di allerta, come la digestione, la sintesi di collagene e della matrice ossea, e altre funzioni non necessarie.

Quando siamo continuamente esposti a condizioni esterne stressogene, dovute a motivi professionali, relazionali, ambientali, ci troviamo ad essere costantemente attivati da uno stimolo di allerta, e anche il nostro ciclo sonno-veglia viene alterato: il ritmo circadiano del cortisolo viene disturbato, non rispetta più livelli di secrezione con picchi e cali diurni e notturni, e la sua produzione avviene pressoché costantemente, segnalando al corpo che ci troviamo in pericolo persistente contro cui dobbiamo alzare delle barricate. Giorno e notte, senza sosta. In questo contesto, il sonno assume i caratteri di una tregua armata, più che di un vero e proprio riposo.

L’effetto dello stress sul sistema immunitario

E’ interessante notare che, mentre lo stress acuto è spesso associato ad una risposta pro- infiammatoria, utile a far ripartire il sistema immunitario per combattere e recuperare migliorando l’immunità e la nostra capacità di adattamento (facendoci uscire dalla nostra comfort zone, stimolando la nostra reazione di attacco oppure di fuga dal pericolo percepito), diversa è la reazione dell’organismo a uno stress cronico e ripetuto come nel caso del burnout: con livelli costantemente alti di cortisolo in circolo, in questo caso la risposta immunitaria viene ridotta, perché tutto l’organismo lavora per far arrivare energia al motore cardiaco e al sistema nervoso centrale, che devono far fronte al problema e trovare una soluzione.

Il risultato è uno stato di attivazione e allerta persistente che rende incontrollabile il sistema di difesa naturale dell’organismo. Lo stato di burnout ha un costo elevato, provocando infatti una sollecitazione sull’intero organismo che nel lungo termine può condurre a conseguenze molto negative.

L'Influenza del Burnout sul Sonno

Il burnout si manifesta non solo con stanchezza e frustrazione, ma colpisce profondamente il nostro sonno, portando a insonnia o ipersonnia, che a loro volta aggravano lo stato di esaurimento emotivo e fisico.

Durante il burnout, il sonno non è più ristoratore, ma diventa un campo di battaglia dove stress e ansia impediscono un riposo adeguato, peggiorando il ciclo di esaurimento e inefficienza durante il giorno.

Ognuno di noi può aver sperimentato stati di affaticamento, più o meno grave, che hanno compromesso la qualità del sonno. Tuttavia, senza un sonno sufficiente, l’organismo non è in grado di attivare i meccanismi di recupero di cui ha bisogno, con il ripristino delle funzionalità e riparazione dei tessuti. Ciò porta ad affaticamento, difficoltà a concentrarsi, compromissione della capacità di giudizio e di decisione, aumento del rischio di incidenti, scarsa performance, riduzione dei tempi di reazione, irritabilità, sintomi depressivi, problemi di memoria e apprendimento.

I Principali Disturbi del Sonno Associati al Burnout

In questo circolo vizioso, risulta chiaro come burnout e disturbi del sonno non siano infrequenti in individui esposti a stress cronico professionale e psicosociale, probabilmente a causa della riduzione di risorse energetiche e disregolazione dell’equilibrio globale dell’organismo, comuni a entrambe le condizioni.

Come possiamo ora capire, burnout e disturbi del sonno si alimentano l’un l’altro: la disregolazione emotiva associata al burnout promuove anche la disregolazione del sonno e, viceversa, l’affaticamento correlato ai disturbi del sonno concorre allo sviluppo del burnout.

In questo contesto, la difficoltà nell’addormentamento, e la conseguente stanchezza al risveglio, riducono ulteriormente le risorse di energia emotiva e cognitiva, causando una ridotta capacità di adattamento fisiologico allo stress, e quindi un aggravamento dello stato di burnout.

Strategie di Intervento per il Sonno e il Burnout

Contrastare i disturbi del sonno causati dal burnout richiede un approccio olistico.

Tecniche di rilassamento come la meditazione guidata e esercizi di respirazione possono significativamente migliorare la qualità del sonno, riducendo gli impatti negativi dello stress cronico sul riposo notturno.

Ad esse è opportuno abbinare un miglioramento delle abitudini di sonno e, quando necessario, interventi terapeutici specifici come la terapia cognitivo-comportamentale.

La terapia cognitivo-comportamentale è particolarmente efficace nel trattare i disturbi del sonno associati al burnout, aiutando a ristrutturare i pensieri negativi e a instaurare abitudini di sonno salutari.

Terapie Efficaci: la CBT

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è il trattamento gold standard per il disturbo di insonnia, poiché interviene su pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali coinvolti.

Le linee guida europee e americane ne evidenziano l’importanza come trattamento di prima linea, con benefici duraturi e progressivi a lungo termine, oltre la durata del trattamento stesso. È una terapia mirata a mettere in atto il controllo del pensiero, modificandone la dinamica in funzione degli errati comportamenti che poi ricadono sul sonno e ne riducono l’efficienza.

Il terapeuta identifica tecniche specifiche quali l’igiene del sonno, la restrizione del sonno con la limitazione del tempo passato a letto, l’avvio e il consolidamento di routine serali, modifiche dello stile di vita alimentare e delle attività fisiche.
Comprendere il legame tra burnout e disturbi del sonno è quindi il primo passo verso il recupero.

Con le strategie giuste, è possibile ristabilire un ciclo di sonno sano e migliorare sia la salute mentale che quella fisica.

Se vuoi saperne di più puoi parlarne con noi.

 

Articolo redatto dalla Dr. Marta Bonaconsa, Neurobiologa

Bibliografia

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