
Stress e insonnia: cause, conseguenze e strategie efficaci per dormire meglio
Viviamo in un’epoca in cui lo stress è diventato parte integrante della quotidianità. Scadenze, responsabilità, iperconnessione, incertezze personali e professionali: tutto questo si riflette sulla nostra mente e, spesso, sul nostro sonno. L’insonnia legata allo stress è oggi una delle condizioni più diffuse e sottovalutate. Ma perché accade? E soprattutto: cosa possiamo fare per recuperare un sonno davvero rigenerante?
In questo articolo approfondiremo:
- Il legame tra stress e disturbi del sonno
- I meccanismi neurobiologici coinvolti
- Le migliori strategie scientificamente fondate per ritrovare il riposo
Cos’è lo stress e come influisce sul sonno
Lo stress psico-fisico è una risposta adattiva dell’organismo a una situazione percepita come una minaccia. Quando lo stress diventa cronico, il corpo resta in uno stato di attivazione continua, dominato dal sistema nervoso simpatico.
Meccanismo fisiologico
In condizioni di stress, il cervello stimola la produzione di:
- Cortisolo: l’ormone dello stress, che aumenta la vigilanza e sopprime la produzione di melatonina
- Adrenalina e noradrenalina: che mantengono attivo il sistema nervoso e interferiscono con l’addormentamento
Meccanismo fisiologico
- Difficoltà ad addormentarsi (insonnia iniziale)
- Risvegli notturni frequenti
- Sonno leggero e non ristoratore
- Riduzione del sonno profondo (fase N3) e REM
Per fare un esempio pratico, collegato alla nostra storia più recente, citiamo uno studio italiano condotto durante il primo lockdown che ha coinvolto quasi 14.000 partecipanti. Nello studio è stato rilevato un aumento significativo dei disturbi del sonno tra cui insonnia e risvegli notturni nelle fasi di confinamento, con una percentuale di sintomi clinicamente significativi superiore al 10 % nella popolazione generale.
Insonnia da stress: una condizione comune, ma non da sottovalutare
L’insonnia non è un semplice “non dormire”. È una condizione clinica che può diventare cronica se non trattata in modo adeguato. L’insonnia da stress, in particolare, si presenta tipicamente con un esordio acuto in concomitanza con eventi stressanti, ma può diventare persistente.
Sintomi tipici
- Pensieri ricorrenti o ruminazioni a letto
- Tensione muscolare
- Sensazione di “iperattività mentale”
- Sonno interrotto e stanchezza diurna
Tre strategie scientificamente fondate per migliorare il sonno durante periodi di stress
1. Costruisci una routine serale di decompressione
Le nostre abitudini serali determinano il modo in cui il cervello si prepara al sonno. Una routine di rilassamento consente al corpo di abbassare naturalmente i livelli di cortisolo.
Cosa fare:
- Spegni dispositivi elettronici almeno 60 minuti prima di dormire
- Prediligi attività calmanti: lettura, meditazione, journaling, stretching
- Crea un “rituale” del sonno costante, con orari regolari
Evidenza scientifica: Uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology nel 2022 ha dimostrato che praticare routine rilassanti prima di dormire migliora significativamente la qualità del sonno nei soggetti stressati.
2. Cura l’ambiente in cui dormi: è il tuo rifugio notturno
La camera da letto dovrebbe diventare un luogo di disconnessione e sicurezza.
Consigli pratici:
- Tieni la temperatura tra i 16 e i 19 °
- Usa tende oscuranti o mascherina per gli occhi
- Riduci rumori (con tappi o rumore bianco)
- Scegli materasso e cuscino adatti alla tua postura
Importante: evita di usare il letto per attività non legate al sonno (es. lavoro, smartphone, TV), per non rinforzare l’associazione negativa tra letto e veglia.
3. Sperimenta tecniche di rilassamento e gestione dell’ansia
Le tecniche di rilassamento aiutano a regolare il sistema nervoso autonomo e ad abbassare la soglia di attivazione fisiologica serale.
Di seguito alcuni esempi utili per una routine serale da adottare:
- Respirazione diaframmatica (4-7-8)
- Rilassamento muscolare progressivo (PMR)
- Mindfulness e meditazione guidata
- Scrivere un diario prima di dormire per liberare la mente da pensieri intrusivi
- Fare attenzione al pasto serale
- Evitare alcoolici e bevande eccitanti, così come schermi luminosi e attività sportive prima di coricarsi
Riferimenti: Wikipedia dedica un’ampia pagina a tal proposito, nella quale ha raccolto in modo esaustivo e da fonti autorevoli ed internazionali, una lista di buone pratiche utili per migliorare la qualità del proprio sonno. Fornisce non solo approfondimenti su come nasce l’ambito dell’igiene del sonno e cosa comporta medicalmente qualora non sia adottato, bensì anche come individuare un peggioramento della qualità del proprio sonno.
Quando le strategie non bastano: il ruolo della CBT-I
Se l’insonnia persiste oltre le 3 settimane, può essere utile valutare un intervento terapeutico più strutturato. La terapia cognitivo comportamentale per l’insonnia (CBT-I) è oggi considerata il trattamento di prima scelta a livello internazionale.
Cos’è la CBT-I
È una psicoterapia breve (5–8 sedute), condotta da uno specialista del sonno, che lavora su:
- Pensieri disfunzionali legati al sonno
- Comportamenti errati che alimentano l’insonnia
- Gestione dell’ansia anticipatoria da “prestazione del sonno”
Perché è efficace contro l’insonnia da stress
La CBT-I interviene direttamente su:
- Ruminazioni mentali
- Irregolarità del ritmo sonno-veglia
- Abitudini che mantengono alta l’attivazione psicofisiologica
Evidenze: L’American College of Physicians (ACP) ha elaborato una serie di linee guida nelle quali sono presentate le prove e fornite le raccomandazioni cliniche sulla gestione del disturbo dell’insonnia cronica negli adulti. Da queste linee, conseguenti a studi comparativi su differenti soluzioni analizzate, emerge come l’ACP raccomanda che tutti i pazienti adulti ricevano la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I) come trattamento iniziale per il disturbo da insonnia cronica.
Conclusioni: dormire bene è il primo passo per gestire lo stress
Lo stress è inevitabile, ma possiamo controllarne gli effetti sul nostro sonno. Una buona igiene del sonno, abitudini regolari e strategie di rilassamento sono strumenti fondamentali per ritrovare un sonno rigenerante.
Quando però l’insonnia diventa persistente, è essenziale affidarsi a un percorso terapeutico strutturato come la CBT-I, già ampiamente validata dalla letteratura scientifica.
Fonti e riferimenti
- F. Salfi, M. Lauriola, A.D’Atri, G. Amicucci, L. Viselli, D. Tempesta, M. Ferrara, “Demographic, psychological, chronobiological, and work-related predictors of sleep disturbances during the COVID-19 lockdown in Italy”, 2021 (https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8169862/?utm_source=chatgpt.com)
- Articolo “La connessione stress-sonno – Le persone con meno stress dichiarano di dormire meglio” tratto dal sondaggio “Sleep in America (2022) di National Sleep Fondation, https://www.thensf.org/the-stress-sleep-connection/
- Wikipedia, “Igiene del sonno”, https://it.wikipedia.org/wiki/Igiene_del_sonno?utm_source=chatgpt.com
- Qaseem A. et al., “Management of Chronic Insomnia Disorder in Adults: A Clinical Practice Guideline”, Annals of Internal Medicine, 2016 – https://www.acpjournals.org/doi/10.7326/M15-2175
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